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Prime Esperienze
La bella bolognese conosciuta in albergo d’estate – Prima parte
di mspada
12.03.2021 |
3.248 |
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"Lei apprezzava, in particolare dal lunedì al venerdì quando il marito non c’era..."
Forse avrei potuto inserire questo racconto tra i tradimenti ma ho preferito le prime esperienze perché si tratta della prima volta che ho fatto l’amore con una donna, una donna vera e non quelle delle mie fantasie adolescenziali che risalgono a parecchio tempo fa, quando appunto avevo appena 16 anni. Allora (nei primi anni Settanta) c’erano libri con racconti licenziosi film e riviste che mostravano appena il pelo pubico, il mitico “pelo di figa” guardando il quale ogni ragazzino sbavava e si consumava di seghe. Si, in precedenza l’avevo vista davvero, la figa: ad amiche con la scusa di qualche gioco, ad una compagna di scuola che avevo sditalinato sotto il banco, ad alcune puttane per strada la prima volta quando avevo 14 anni (magari in seguito racconto questi primi impatti tattili e visivi con il sesso femminile e il mondo della prostituzione di un tempo, molto diverso da quello di oggi).Ma torniamo alla mia prima esperienza. Come tantissimi ragazzi della mia zona, il riminese, d’estate lavoravo come aiuto cameriere in un albergo frequentato da famiglie in larga parte emiliane. Una di queste era composta da una coppia, un figlio molto piccolo e la sua nonna paterna; lui rimaneva solo il fine settimana, gli altri giorni tornava a Bologna a fare il taxista. Sonia, la signora catturò subito la mia attenzione perché a differenza della suocera era gentile e simpatica, ma soprattutto era di una bellezza strepitosa, esibita con discrezione, con la consapevolezza della donna che sa di essere bella. Poco sopra la trentina d’anni, quindi per me sedicenne una “vecchia”, aveva due occhi tra l’azzurro e il verde, il visino delizioso incorniciato da lunghi capelli castani, una pelle appena ambrata dal sole estivo, un seno che si intuiva dal costume essere morbido, pancino magari leggermente pienotto ma che chiamava baci, belle gambe tornite che finivano con un culetto che le ondeggiante ad ogni movimento. E di movimenti, provocanti ma non volgari, ne faceva la signora camminando in hotel dove tutti i maschi l’ammiravano, puntualmente richiamata dalla suocera che evidentemente sapeva, o percepiva la natura libertina della nuora, e difendeva il figlio dalle corna!
Ammaliato da una simile dea prestavo molte più attenzioni al loro tavolo rispetto gli altri della sala. Lei apprezzava, in particolare dal lunedì al venerdì quando il marito non c’era. Apprezzava di meno quel cerbero della suocera. Una volta che la vecchia non c’era si dilungò a parlarmi, mi chiese cose banali come quanti anni avevo e cosa facevo nel resto dell’anno, poi mi chiese se avevo la ragazza e si spinse a chiedermi se avevo già fatto l’amore! Dio come mi ero eccitato, e quanto rimasi deluso dall’arrivo della suocera con il cambio di discorso repentino della bella signora. Ci pensai tutto il giorno e la sera, seppure molto stanco, non potei non tirarmi ben due seghe in onore della bella Sonia.
Il giorno dopo incrociai fugacemente lo sguardo con lei, mi strizzò l’occhio e questo riaccese la mia eccitazione. Con l’uccello duro presi l’ascensore dove trovai una collega addetta alle pulizie nelle camere, una ragazza sposata sui 25 anni, bona ma non bellissima. Mi vide il bozzo nei pantaloni e me l’accarezzò nel breve tragitto dell’ascensore per un paio di piani; mi disse di aspettarla, doveva lasciare qualcosa nello stanzino del piano e sarebbe tornata, nel nuovo breve tragitto mi prese la testa e mi attirò a se dandomi un bacio, frettoloso ma vero, cioè lingua in bocca, anche questo limone così sostanzioso era il primo, molto più appagante dei bacetti delle ragazzine della scuola. Per mia “fortuna” all’aprirsi della porta dell’ascensore c’era proprio la signora bolognese che, vedendoci ricomporci frettolosamente capì e mi sorrise maliziosa. Una tempesta di emozioni mi prese, il limone con la collega era stato molto piacevole e poteva avere degli sviluppi (li ebbe, eventualmente li racconterò), ma il sorriso di Sonia poteva significare tanto e fece partire la mia fantasia. La sera al tavolo, dopo che con una scusa aveva allontanato la suocera, mi allungò furtivamente un bigliettino dicendomi che era il suo numero di telefono e l’indirizzo di casa nel caso avessi avuto voglia di andare a trovarla a Bologna, raccomandarmi il massimo della discrezione…
Inutile dire che rimasi sconvolto da tutto quanto mi era successo in un solo giorno. Nei giorni successivi non sapevo come comportarmi al loro tavolo, lei continuava ad essere molto formale, seppure sempre gentile, mentre io avevo voglia di saltarle addosso appena la vedevo, con l’irruenza irrazionale dell’adolescente. Chissà forse era proprio quella irruenza che piaceva alla bella Sonia, la classica bolognese irrequieta, una porcellina come si favoleggiava allora sulle abitanti del nostro capoluogo regionale.
Potevo lasciarmi sfuggire la botta di fortuna che mi era capitata? No assolutamente. Alcuni amici che lavoravano in alberghi convenzionati con agenzie turistiche estere, del mondo tedesco e nordico soprattutto, mi raccontavano di favolose scopate con le alte e disinibite vichinghe, io non lavoravo in uno di questi alberghi, avevo a che fare solo con italiani e tante famiglie, quindi quel biglietto era per me puro oro colato!!! Oro da far fruttare, cosa che infatti feci.
Continua
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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